Non sono riuscita a resistere. Ero troppo curiosa di sapere cosa ne pensasse. E allora ho scritto una mail al professore che ho menzionato due post fa.
Ho sottoposto alla sua analisi il lavoro di Goldsmith, consapevole del fatto che molto probabilmente avrei ricevuto critche dense e intense. Ma mi piace discutere con persone che nutrono una sincera e vivace passione per la letteratura perché credo che a volte faccia bene mettere volontariamente in discussione le proprie opinioni. Uno scossone alle certezze serve per renderle vive e animarle e far loro riprendere vigore, spesso sotto una nuova forma. È come tagliarsi i capelli – per lo meno per me: sì, ti piacciono lunghi, hai paura di tagliarli, ma se non lo fai (etimologicamente parlando, se non de-cidi), il massimo che puoi sperare è un fitto cespuglio di doppie punte.
Parrucchieri e forbici a parte, la discussione in classe è partita da Soliloquy ed è arrivata a livelli molto più ampi di ragionamento in merito a cosa sia arte e cosa non lo sia. Se dunque con arte intendiamo qualcosa che, per quanto ispirato dalla vita vera, sia per definizione di arte in quanto tale, rimaneggiato e rimpastato dalla nostra creatività in una qualche forma, allora nel lavoro di Goldsmith ce n’è veramente poca. Su questo non posso che essere d’accordo, anche perché il suo scopo era sostanzialmente quello di mostrarsi senza filtri e senza cesure. Ma il principio dell’idea continua a incuriosirmi.
Quello che mi chiedo è come mai non abbia pubblicato i nastri di questa settimana di Grande Fratello vocale autoindotto. Il problema credo risieda nel fatto che vedere quasi 400 fogli appesi a coprire un’intera stanza con il testo dei discorsi sia più efficace che scorrere col mouse su una pagina bianca e cercare di costruire un contesto e una situazione a partire dalle frasi grigioline che compaiono e scompaiono. L’audio in questo caso avrebbe catturato molto di più l’attenzione.Â
Rimane il fatto che anche quando ci si trova di fronte a lavori come questo, che non siamo pronti a collocare subito nell’universo dell’arte, nasce l’occasione per farsi domande su cosa siano veramente l’arte o la letteratura per noi. Quante domande…quante poche risposte…ma è un buon segno: c’è ancora tempo per cercare e speranza di trovare…
Bé ti auguro innanzitutto che i professori negli stati uniti siano differenti da quelli italiani perché altrimenti rischieresti di ricevere una risposta a monosillabi o di non riceverne alcuna…!
Scherzi a parte hai fatto bene a scrivergli per avere il suo parere, per esperienza so che la maggior parte degli uomini di elevata cultura sono spesso ancorati alle idee “canoniche” e poco aperti verso possibili innovazioni magari troppo “alternative” dal loro punto di vista.
Certo, nella maggior parte dei casi probabilmente hanno ragione ad essere diffidenti, ma del resto come in tutte le cose ci sono anche delle eccezioni.
Personalmente non posso certo darti un parere sul poter considerare o meno il lavoro di Goldsmith come letteratura o arte, lascio questo compito a persone più qualificate di me, anche se in effetti credo che, come hai espresso te nella frase finale del post ” nasce l’occasione per farsi domande su cosa siano veramente l’arte o la letteratura PER NOI”, sia una questione piuttosto soggettiva, dal mio punto di vista “arte” può essere considerata qualsiasi cosa che susciti delle emozioni in chi la osserva.
L’opera in questione non ha certo suscitato in me la stessa emozione provata nel vedere dal vivo, per esempio, un dipinto di Degas ma non mi ha lasciato comunque indifferente, tutt’altro.
Ieri sera ho fatto vedere al mio coinquilino la pagina di Soliloquy, perché in effetti mi aveva “divertito” l’idea avuta da Goldsmith e sai cosa mi ha detto?
“Ganzo, certo però se ci avesse messo l’audio sarebbe stato decisamente meglio!”
Evidentemente è una domanda che si fanno in molti…
Bene bene bene vedo che non ti sei dimenticata la nostra meravigliosa lingua e che stai dando il meglio di te laggiù oltreoceano… Così finalmente esportiamo gente che vale e non solo cialtroni… Beh visto che in maniera molto ignorante non so di cosa tu stia parlando (ma mi piace uguale) colgo l’occasione per andare fuori tema e dirti che giovedì finalmente ho consegnato la domanda di laurea, quindi sembra davvero che il 16 dicembre ce la possa fare… Ti saluto Benji… un bacione
Complimenti Camilla!! E non temere, sono convinta che andrai alla grande! E grazie per continuare a dare uno sguardo al blog!
L’italiano non me lo sto dimenticando, tranquilla. Rispolvero volentieri i bei suoni della lingua peninsulare!
Bacioni e complimenti ancora!